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Ozegna

Cap: 10080
Abitanti: circa 1200
Superficie: 5.530 kmq
Altitudine: 300m
Santo Patrono: Natività di Maria Vergine

Arrivando da sud o da est, se le condizioni del tempo sono buone, Ozegna appare inserita in un paesaggio molto bello: gli ultimi lembi della pianura canavesana lasciano il posto da un lato alla collina morenica alladiese, dall’altra, alle colline di Castellamonte che si trasformano subito in montagna, nella Quinzeina e nel Verzel. E’ un arco ampio quello che si può osservare, partendo da sud, che comprende il profilo aguzzo del Monviso, il gruppo delle Alpi Cozie e quello iniziale delle Alpi Graie.
Se lo sguardo si posa poi, in modo non distratto, sul centro abitato che appare adagiato sulla parte ancora pianeggiante dell’ambiente, si notano subito due costruzioni che sono il simbolo stesso del paese e rappresentano concretamente gli elementi attorno ai quali è ruotata la sua storia: il castello e la chiesa parrocchiale

 

La storia di Ozegna ha un’origine che si perde nella leggenda: pare che il retore gallo Eugenio abbia fondato il villaggio nel III secolo dopo Cristo dandogli poi il suo nome. Di sicuro si parla di Ozegna a partire dal IX secolo come di terra posseduta dai vescovi di Ivrea, controllata successivamente da Arduino, ceduta ai vescovi di Vercelli, fino a quando non venne assegnata come feudo alla famiglia dei Conti di San Martino. Passò, in modo non sempre pacifico, ad altre famiglie nobiliari (Valperga, Biandrate) per diventare poi definitivamente proprietà dei Savoia nel 1657. Per passare alla storia recente, Ozegna nel 1929 perse la propria autonomia amministrativa diventando frazione di Aglié e riacquistandola solamente nel 1947.
Non si può ignorare il fatto prodigioso avvenuto nel 1623 (la visione della Madonna da parte di un contadino muto e la successiva acquisizione della parola) che portò la popolazione, dopo che la Curia riscontrò la straordinarietà dell’evento, a costruire in solo due anni il Santuario della Madonna del Bosco, ancora oggi centro attivo della vita religiosa canavesana.

 

il Castello di OzegnaIl castello, dopo un periodo di degrado e abbandono, grazie alla messa in sicurezza radicale e al completo restauro cui è sottoposto, per volere del nuovo proprietario, sta riprendendo lo splendore di un tempo e già sta svelando ai restauratori bellezze che erano soffocate dalla polvere e sorprese assolutamente inaspettate.
La costruzione originaria, quasi sicuramente, risaliva al 1300 ma numerosi sono stati gli interventi che via via hanno interessato la costruzione trasformandola da castello difensivo in dimora residenziale. Le ultime modifiche sostanziali si fanno risalire alla fine del 1500, per volere di Filippo di San Martino al suo rientro in Italia, dopo che era stato ambasciatore dei Savoia, a Parigi, presso la corte di Enrico IV.

Adiacente al castello si trova il ricetto. Purtroppo molte costruzioni sono state modificate in modo improprio tra gli anni '50 e '60 ma rimangono ben visibili la struttura planimetrica, alcune abitazioni originali, le caratteristiche cantine che si affacciano direttamente sul piano stradale, un lungo tratto della cinta muraria fatta con pietre e ciotoli disposti a lisca di pesce. Ultimamente alcune abitazioni sono state ristrutturate, o sono in via di ristrutturazione, secondo apprezzabili modalità di recupero e conservazione.

la Chiesa di OzegnaLa chiesa, ristrutturata negli scorsi anni, si mostra adesso maestosa nelle sue linee neoclassiche esterne che giocano sui toni bianchi e grigi dei muri, delle colonne e dei capitelli e non fanno presagire la struttura barocca e ricca dell'interno. La sua costruzione iniziò nel 1831, su un progetto dell'architetto Martelli e venne terminata e consacrata nel 1842. Per motivi di economia non vennero eseguite decorazioni interne che furono poi realizzate nel 1934 per volere del pievano Guglielmo Bacchio. Esse coprono l'intera volta e la cupola e raffigurano quattro episodi della vita di Maria e i quattro evangelisti.

Santuario di Santa Maria del BoscoFuori dal paese, sorge il Santuario di Santa Maria del Bosco e gli edifici dell'adiacente convento francescano, ora trasformati in abitazioni civili.
In seguito al fatto miracoloso cui si è accennato in precedenza, venne costruito prima il santuario e poi il convento che venne affidato ai Padri Francescani Riformati, fino al 1802, quando, su ordinamento napoleonico i frati vennero allontanati, l'intero complesso chiuso e venduto a privati. Solo alla fine del 1800, il parroco don Coriasso lo acquistò riaprendolo al pubblico e al culto. Il santuario è un piccolo e prezioso esempio del primo barocco; in modo particolare sono apprezzabili gli altari lignei, recentemente restaurati, che fanno supporre l'intervento di intagliatori di origine valtellinese e le grandi tele che sovrastano gli altari laterali.

foto di Franco Sacconier